“Last Millenium” (Decibel Productions), l’ultima fatica della cult band italiana Dionisyan, è stato l’ottimo pretesto per ripercorre, grazie all’intercessione della Ocularis Infernum Booking&Promotion, con il poliedrico Tregor Russo tutte le tappe della carriera di una delle più entusiasmanti band del panorama doom metal italiano…
Benvenuto Tregor, ammetto che quando Andred di Ocularis Infernum, qualche mese fa, mi ha proposto un’intervista con i Dionisyan, ho dovuto rifiutare perché non stavo passando un periodo particolarmente felice e avevo poca voglia e tempo per dedicarmi al sito. Però amando “The Mystery of Faith” , il ripianto di quel “no” è stato forte. Così, oggi che le condizioni lo permettono, ho voluto recuperare. Vorrei parlare di quel disco e non solo, ripercorrendo tutta la vostra carriera. Cosa ricordi quei giorni del 2010 quando la band è nata?
I Dionisyan sono il mio progetto musicale solista principale, assieme ai Gates Of Eden, Leper Divine e Sortilegium. Ho creato e fondato i Dionisyan nel 2010 con l’intento di proporre musica innovativa ed originale, amalgamando diversi stili dovuti alla mia conoscenza e competenza. Dopo ricerche, studi ed approfondimenti sul mondo musicale concreto, ho preso come genere principale l’atmospheric doom metal combinandolo con il progressive metal, la musica classica, il melodic death metal ed altri stili che nei tre album ho voluto suonare, evolvere, performare, mettendo in auge l’interpretazione, le emozioni, le sensazioni più profonde che venivano fuori dalla mia anima di compositore, arrangiatore, polistrumentista professionista, oltre che, ovviamente, di docente di musica.
Il 2012 è segnato dalla pubblicazione di “Land of Dreams”…
Dal 1996, all’inizio della mia carriera solista, ho creato i miei progetti musicali, tra cui i Sortilegium, Gates Of Eden, Leper Divine ed i Dionisyan. Tra il 2010 ed il 2012, avendo il bagaglio di esperienze compositive e tutto il resto, volevo creare una musica che mi aveva appassionato e fatto avvicinare al metal: il doom metal, il mio genere di musica preferito. Così nacque “Land Of Dreams”, il primo EP ufficiale, che fu accolto molto bene dai vari siti che trattavano metal oscuro e non. La cosa nuova fu che lo suonai con le chitarre a sette corde, il basso a cinque corde, la batteria con la tecnica del drum’n’bass e con le tastiere come accompagnamento, il tutto amalgamato con grande potenza sonora. Una registrazione perfetta, pulita e cristallina per godere della produzione stellare che avevo in studio di registrazione come produttore musicale e tecnico del suono, mescolando diversi stili musicali, stili compositivi e arrangiando il tutto con un risultato allucinante.
Eccoci così arrivati a “The Mystery of Faith”, lavoro che si distacca dalla tradizione doom italica e abbraccia lo stile scandinavo\britannico. Come è nato quel disco?
Il primo lavoro, “The Mystery Of Faith”, che ho creato per i miei Dionisyan è stato volutamente scritto, composto e arrangiato nello stile polifonico contrappuntistico poliritmico. In tutto l’album nasce una grande innovazione musicale dove, insieme al death metal melodico, prog metal e al doom metal atmosferico, ho unito musica classica, musica barocca, canti gregoriani, musica tradizionale mediorientale, creando un capolavoro unico nel suo genere. Tra l’altro suonando tutti gli strumenti, essendo polistrumentista. Non avevo mai fatto e realizzato videoclip per nessuna delle mie altre band professionali, prima del primo album dei miei Dionisyan. Per “The Mystery Of Faith” ho scelto due canzoni per realizzare i videoclip come produttore esecutivo, ossia “Torment And Ecstacy” e “Chain Of Thorns”. Mi sono divertito, ho posto le basi della mia prima esperienza da regista e come attore con più di 30 anni di esperienza teatrale alle spalle. Ho scritto la narrazione, le trame dei due videoclip e ho scelto sia le location, le modelle, le ballerine e le comparse. Sono davvero soddisfatto sia del primo album “The Mystery of Faith” che delle produzioni e del lavoro finale dei due videoclip.
Nel 2017 tornate con “Delirium and Madness (Concerto Grosso Opera №2 in G Minor)”, un lavoro che ridisegna la band. Come siete arrivati a quel disco e alla nuova formazione?
Ho scelto di cambiare generi rispetto al primo album per proseguire il mio percorso evolutivo per non fossilizzarmi, come è mio solito fare di album in album. Il mi intento è quello di creare delle complesse canzoni che uniscano il doom metal con la musica barocca. Nota dopo nota, brano dopo brano, per realizzare un album con un tipico virtuosismo di chitarra barocca, che conferisce un suono atmosferico speciale alle canzoni. Il secondo lavoro si intitola “Delirium And Madness”, è stata volutamente scritto, composto e arrangiato in stile polifonico contrappuntistico poliritmico. In stile di musica barocca a metà tra quella tedesca, con riferimento a J. S. Bach, e a quella italiana, in particolare a quella veneziana con riferimento ad Antonio Vivaldi. Una vera opera metal, ricontestualizzata in chiave barocca, nel pieno stile del Concerto Grosso della prima metà del Settecento. Ho composto, arrangiato, orchestrato tutta la musica e suonato tutti gli strumenti in studio. Ho diretto due cantanti, di cui una lirica e una moderna, alternando le loro voci e tecniche vocali, con un ottimo risultato. Sono stati realizzati due lyric video promozionali – “In The Mirror of My Soul” e “Blood Prophecy” – molto belli. Quando li guardo e li ascolto mi emoziono ancora, sono davvero soddisfatto per il gran lavoro svolto.
Altri quattro anni e arriva “Last Millenium”, contraddistinto dalla tua scelta radicale di fare tutto da solo: come mai?
Ho lavorato a quest’ultimo terzo album per un totale di due mesi, creando le principali linee melodiche con la chitarra elettrica a sette corde e poi scrivendo le altre composizioni e gli arrangiamenti per gli altri strumenti musicali! In “Last Millenium” il mio modo di comporre musica è intricato e complesso come sempre, ma diverso dagli altri. Negli anni ho creato il mio stile, rendendolo unico per la ricchezza dei dettagli che metto in ogni mia composizione per rendere le mie opere molto affascinanti e mistiche allo stesso tempo. Il mio modo di comporre segue solitamente la realizzazione di uno spartito della linea melodica principale di una chitarra ritmica, su cui poi compongo tutto il resto in sovrapposizione. In realtà tutti i miei album sono stati registrati interamente da me negli studi di registrazione, con qualche rara eccezioni per via di collaborazioni con cantanti uomini e donne e di strumentisti che come special guest a cui ho fatto eseguire le partiture di qualche strumento classico acustico. I session li adopero esclusivamente per farei i live. Tuttavia ho creato il progetto Dionysyan nel 2010 per l’importantissima influenza che la Sicilia ha avuto su di me su tutti i fronti dell’arte, della cultura, della politica, della democrazia, della storia a latro o ancora nel periodo della Magna Grecia, dal Settecento al duecento avanti Cristo.
Il disco inizialmente è uscito come autoprodotto, solo l’anno successivo viene pubblicato dalla “Decibel Productions”. Ci sono differenze tra le due edizioni, al di là del formato (digitale e fisico)?
In verità non è affatto vero che l’album in questione sia uscito l’anno prima autoprodotto. L’album sin da subito è stato messo sotto contratto con la Decibel Production con la differenza che nei primi sei mesi è stata pubblicata la versione digitale nei vari canali. Poi nel marzo 2022 è uscito in formato CD fisico e messo a disposizione dei vari fornitori e distributori italiani ed esteri per essere venduto e apprezzato sia da chi ascolta ed ama il doom metal in tutti i suoi sotto stili e sia per chi per curiosità vuole conoscere la mia musica ed entrare in questa avventura trascendentale.
Cosa avvicina “Last Millenium” a “Land of Dreams” e cosa, invece, lo distingue dall’idea primigenia che avevi dei Dionisyan?
“Last Millenium” ha un po’ tutto quello che riguarda i precedenti lavori pubblicati, ha la melodia e la potenza del primo Ep “Land Of Dreams”, ha la cattiveria, l’astrusità, l’intricatezza del primo album “The Mystery Of Faith “e la solennità, la complessità e l’oscurità del secondo album “Delirium And Madness”. Non mi sono mai limitato nello spaziare nel mio background molto complesso, completo ed intricato in fatto di conoscenza musicale a 360°. Ho escogitato una soluzione finale che fonde sapientemente diversi e svariati stili musicali, ben distinti tra di loro per metrica compositiva, abbinandoli con gusto estetico e metafisico. Il risultato è una musica diversa dal solito e non la solita roba utilizzata e tritata da decenni. Ho mirato all’innovazione, originalità e personalità, colpendo ogni tipo di interlocutore, dal più esperto in materia sin al dilettante novellino che si è affacciato da poco nel campo della musica metal, jazz e classica.
Dovendo riassumere con un termine “Last Millenium”, quale useresti?
“Last Millenium” è un mondo, quello della sensibilità e della sofferenza, di cui non potresti più fare a meno. Un exploit di emozioni che porta a un cambiamento intrinseco di personalità. Tristezza, malinconia e solitudine sono state le mie muse ispiratrici. Elementi trattati, infatti anche nei miei primi due libri intitolati “Catarsi Redentrice”, edito da La Zisa Edizioni nel 2018 e “Al Rintoccar dei Sensi Assopiti” edito da Ex Libris Edizioni nel 2020 sia in Italia che in Europa, in cui ho affrontato i temi di l’era contemporanea come la filosofia, la spiritualità e la religione. L’amore è proprio il sentimento più nobile alla base della catarsi. “L’amore è qualcosa di personale. Saper ascoltare e capire diventa fondamentale. Come un fiore che ogni giorno deve crescere”. Queste e tante altre mie parole si trovano nei miei primi due libri, nei quali mi sono costantemente evoluto. La mia arte che si trasforma. Muta. Musica sanguigna fuori dalla chitarra permeata dalla melodia struggente e malinconica. Nell’agosto 2021 è uscito il mio nuovo e terzo libro intitolato “Le Ferite Dell’Essere” edito da Melqart Communications Editore, che tratta temi come l’assenza dell’Io, decadenza mentale, egocentrismo, decadenza e rinascita spirituale, ispirata dalle mie esperienze di vita, arricchita da alcune fotografie artistiche con le quali ho potuto riscrivere la mia anima con la penna. Qui ho scritto aforismi, lunghi testi e pensieri che poi sono diventati elementi per i testi delle nostre vite. Si tratta anche del mistero della fede, della resurrezione, della filosofia, della psicoanalisi e molto altro. A breve verrà pubblicato sempre a livello nazionale italiano il mio quarto libro che riguarda la storia del patrimonio dell’arte, della cultura e di tanto altro della Sicilia!
Lasciamo da parte il passato, guardiamo avanti: cosa c’è nel futuro dei Dionisyan?
Di sicuro la promozione del terzo Album dei Dionisyan e far conoscere e guardare i due lyric video e due videoclip ufficiali. In qualità di regista, produttore esecutivo ed attore ho girato “Spheres Of Hourglass” e” Dismal Emptiness” in stile gothic horror nei mesi di febbraio e marzo 2022, in un bellissimo e monumentale cimitero in stile liberty a Palermo. Inoltre, ho collaborato con l’artista grafica Olga Kann dall’Ucraina per il secondo lyric video “Predictions” e con la Modotive dall’Italia per il primo lyric Video “Garden Of Lost Shades”.
A te la chiusura…
Voglio ringraziarti per avermi intervistato, salutare tutti i lettori e far sapere sia ai miei vecchi che ai miei nuovi fan cosa faccio nella mia vita artistica e culturale. Ringrazio anche il mio agente Andred Ocularis Infernum per il suo lavoro di press agent, il mio manager Marian Peron e la casa discografica Decibel per il supporto. Vi invito ad acquistare le vostre copie con le cartoline e le magliette del nuovo terzo capitolo della mia band Dionisyan, dal titolo “Last Millenium”.
