Gli Ufomammut sono una creatura a sé stante del panorama musicale italiano. Freschi autori d’un’album fenomenale come “Idolum” si sono sottoposti al fuoco incrociato delle nostre domande.
In sede di recensione ho definito “Idolum” “un viaggio nello spazio più remoto, dove affacciandosi dall’oblò puoi vedere non solo la magnificenza delle stelle, ma anche l’incubo dell’ignoto”: mi sono allontanato di molto dalla verità?
“Idolum” è l’ignoto, il suono grave dello spazio, è un viaggio spazio-temporale e una colonna sonora per i propri trip mentali, una specie di “mezzo di trasporto” per l’esplorazione di nuovi mondi musicali. La musica di Ufomammut è sempre stata caratterizzata dal dualismo e dai contrasti. Abisso e vertigine, terrore e meraviglia.
Quando avete iniziato scrivere il materiale che poi è finito nell’album?
La genesi di “Idolum” è stata relativamente di breve durata: le strutture dei brani sono state concepite alla fine del 2007, tranne quelle di due pezzi che suonavamo da più tempo: “Nero”, che è rimasta quasi invariata e “Stardog” che invece è stata pesantemente rivista prima di registrare. Abbiamo poi ulteriormente modificato qualche parte in fase di registrazione, scritto i testi in studio e così pure deciso i titoli. E’ stato un fluire continuo. E’ stato registrato tutto in due week-end a Milano, al Magnolia sotto la regia di Lorenzo Stecconi, chitarrista dei Lento e fonico del Locomotore Studio di Roma dove poi abbiamo mixato e masterizzato il disco: il suo è stato un grandissimo apporto.
Perché “Idolum”?
L’ultimo disco necessitava di un titolo che rappresentasse la sua aurea spettrale e al tempo stesso enorme. Aleggiava in studio l’idea di questo gigantesco mastodonte invisibile… quindi abbiamo scavato nelle origini della nostra lingua e abbiamo trovato “Idolum”, parola latina, che descrive un’immagine mentale, uno spettro, un’idea. Il titolo descrive bene ciò che la musica suggerisce: una sorta di buco nero che divora mondi. Esiste, ma non lo puoi vedere.
Quali sono i vostri idoli?
Nessuno di noi ha idoli. Dal lato musicale consideriamo all’unanimità fondamentali band come Pink Floyd e Beatles. Ma nella vita quotidiana non abbiamo personaggi da idolatrare. Il concetto di idolo presuppone una sorta di fede cieca. E noi siamo molto critici, poco propensi all’adorazione fine se stessa. Più che le persone, adoriamo ciò che la mente umana può concepire. Nonostante i difetti, le stupidità, le tare congenite e follie varie, la specie umana è stata in grado di creare opere immortali: le cattedrali gotiche, Arancia Meccanica, il White Album, Hellboy, il pongo, tanto per citarne qualcuna.
Una cosa che mi è saltata all’occhio leggendo la tracklist è che tutti i titoli delle canzoni sono formate da una sola parola: un caso o una scelta?
Si tratta di una scelta: tutti i titoli dei nostri album sono composti da una sola parola. L’approccio al pezzo diventa più diretto e più facile da ricordare. Un singolo vocabolo suona meglio.
Ancora una volta un artwork eccellente accompagna un vostro lavoro!
2/3 di Ufomammut sono anche 2/3 di Malleus… come dice Vita sarebbe stupido non “sfruttare” le loro capacità artistiche, sarebbe come avere una fidanzata bellissima del quale sei innamorato e tradirla con la prima racchia antipatica che ti fa un sorrisino ammiccante… L’artwork, da sempre, è uno dei punti di forza delle nostre opere. SupernaturalCat, la label di Malleus, è dedita ad un lavoro fondamentale, essendo nata con l’idea di ridare al disco la sua importanza, con uscite a tiratura limitata e vinile, e “Idolum”, con il suo doppio vinile, poster e cd ne è la dimostrazione assoluta. Crediamo che la percezione dell’ascolto di un disco possa essere dall’artwork. Senza il prisma, ad esempio, “Dark Side of The Moon” avrebbe un altro suono
Gli Ufomammut sono più una band da studio o da palco?
Entrambe le cose anche se ognuno di noi la pensa in modo differente. Per Vita il palco è quello che ci da maggior possibilità di trasformare la musica in un branco di mammut impazziti, mentre per Poia ed Urlo la parte più interessante dell’essere Ufomammut è la possibilità di sperimentare e creare in studio. Sono due esperienze distinte. La differenza principale è che in studio siamo anche spettatori.
Come definiresti un vostro show?
Un’esperienza completa, dove si viene risucchiati da un vortice di suoni, effetti ed immagini. A parte ciò, non è semplice dare una definizione precisa, dato che suonando la visione che abbiamo di noi stessi non può essere obiettiva
Avete già programmato delle date?
Stiamo lavorando ad un tour negli States e ad uno in Europa per Novembre. Comunque sarà tutto presente sul nostro sito appena confermato: www.ufomammut.com
Vi ringrazio, a voi la chiusura…
Grazie come sempre a tutti coloro che ci seguono e che ci supportano, Ufomammut esiste anche grazie a loro.

Intervista originariamente pubblicata su www.rawandwild.com nel 2008 in occasione dell’uscita di “Idolum”
http://www.rawandwild.com/interviews/2008/int_ufomammut.php