Con Stefano Rumich (chitarra) abbiamo parlato del primo full-length dei suoi Kryptonomicon, band attiva da qualche anno, ma che poteva annoverare nella propria discografia solo due EP. “Nekromantikos” (Punishment18) non tradisce quelle che erano le peculiarità delle prime due mini-uscite, presentando così una band capace ripercorre la strada tracciata da Hellhammer\Celtic Frost, Venom e Possessed.
Ciao Stefano, sin dalle prime note di “Nekromantikos” pare evidente il vostro amore per il black metal primordiale di Hellhammer\Celtic Frost, Venom e Possessed. Cosa vi ha spinto a recuperare proprio queste sonorità?
Ciao,in primis perché i Celtic Frost sono la mia band preferita in assoluto, oltre a Venom, Possessed, Destruction, Sodom ecc… ma fondamentalmente perché volevamo cercare di rievocare quella cattiveria e istintività primordiale tipica delle band di quegli anni. Inoltre, considerata l’età mia e degli altri ragazzi della band, posso dirti che siamo cresciuti con quel tipo di sonorità, che ancora oggi ci danno l’energia e le sensazioni di quegli anni. Dal punto di vista musicale, la nostra scelta sonora è stata dettata dal fatto che a nostro parere le band estreme di oggi tendono ad assomigliarsi un po’ tutte, principalmente sotto l’aspetto della produzione, e poi per scelte di arrangiamento, ovviamente non sto facendo di tutta l’erba un fascio, ma diciamo che noi vogliamo essere “differenti” ed avere più spazio di movimento a livello espressivo/musicale.
Il sentiero che vi ha portato a incidere “Nekromantikos” è partito con due EP, “To the Abyss” e “Morbid Return”, ricchi di cover. Come considerate oggi quelle due esperienze discografiche?
Fondamentali, grazie a “To the Abyss” siamo stati notati da Peso dei Necrodeath (nostro grande fan insieme a Flegias), che ci ha aiutato parecchio a farci conoscere, e ad avere l’onore di suonarci assieme di supporto in due occasioni. Oltretutto grazie ai due EP abbiamo firmato il contratto con Punishment18 Rec che ci ha permesso di pubblicarli e distribuirli nel mondo. “To The Abyss” e “Morbid Return” contengono diverse cover perché abbiamo voluto registrare un tributo alle band che più ci piacciono e ci hanno influenzato maggiormente come musicisti, oltre al semplice piacere di poterle rivisitare con il nostro sound.
“Morbid Return” recentemente è uscito in una nuova versione, me ne parlereste?
Inizialmente “Morbid Return” era uscito con soli tre pezzi, (“Outbreak Of Evil” dei Sodom, “Bestial Invasion” dei Destruction e “Death Metal” dei Possessed ), successivamente con Punishment18 abbiamo deciso di stamparlo in digipack aggiungendo le bonus (“Massacra” degli Hellhammer, “Flag Of Hate” dei Kreator, “War” dei Bathory, “The Antichrist” degli Slayer ) e “The Experiment Of Dr. K”,un nostro pezzo inedito da cui abbiamo tratto anche il nostro primo videoclip ufficiale e l’intero “To The Abyss” EP.
Sul vostro debutto “Nekromantikos” ritroviamo “Nocturnal Kill”, “Baron Blood”, “Blind Resurrected”: queste versioni sono le stesse contenute nell’EP oppure le avete ri-registrate per l’occasione?
Le abbiamo riregistrate, quindi ci sono delle differenze rispetto alle versioni dell’EP, abbiamo voluto riproporle nell’album in quanto riteniamo siano tre pezzi killer dei Kryptonomicon.
Non compare nel disco, invece, “The Experiment Of Dr.K”, brano dal quale avete tratto un video. Come mai questa scelta di escludere questa traccia dalla tracklist definitiva?
Essendo un brano già uscito nel mini EP “Morbid Return” abbiamo preferito lasciare spazio a delle canzoni nuove, visto anche il ripescaggio di “Nocturnal Kill”, “Baron Blood” e “Blind Resurrected”.
Tirerete fuori altri video fuori “Nekromantikos” ?
Sicuramente è uno dei nostri progetti a breve termine, vorremmo pubblicare un video di supporto all’uscita dell’album.
Anche su “Nekromantikos” confermate il vostro amore per le cover, però questa volta avete reso tributo a una band che pare meno evidente nelle vostre influenze, mi riferisco ai Bauhaus e alla loro “The Passion Of Lovers”. E’ stato più complicato reinterpretare un brano meno il linea con il vostro sound?
Si, abbiamo voluto fare un esperimento seguendo le orme dei maestri Celtic Frost, che coverizzarono “In The Chapel in the Moonlight” di Dean Martin, o “Heroes” di David Bowie, o la stessa “Mexican Radio” dei Wall of Vodoo, reinterpretandole a modo loro. Abbiamo voluto fare lo stesso, reinterpretando un brano totalmente distante dalle sonorità tipiche dei Kryptonomicon… seppure il dark ci piaccia e comunque è un’influenza presente nel mio modo di comporre. Poi c’è da dire che non vogliamo vincere facile, e l’intento è quello di voler stupire i nostri fans.
Lasciamo da parte per un attimo la musica e passiamo alle immagini, trovo grandiosa la copertina firmata Paolo Girardi, è stata un’idea sua o avete fornito voi lo spunto di base?
Paolo oltre che un amico, è un artista eccezionale, molto professionale, e la sua arte si sposa perfettamente con la nostra musica. Diciamo che ho fornito lo spunto di base a Paolo, gli ho chiesto di inventarsi una sorta di Caronte, e lui come sempre ha prodotto la straordinaria opera d’arte che potete ammirare nella copertina del disco.
Avete esordito dal vivo un paio d’anni fa come support act dei i Necrodeath, che ricordo avete di quella serata e avete già programmato delle nuove date?
E’ stata una serata devastante, abbiamo dato il massimo, grazie anche all’incoraggiamento di Peso, che ci ha sostenuto sin da subito, suonando con noi alla batteria in quell’occasione “Countess Bathory” dei Venom. La risposta del pubblico è stata ottima, e in generale è andato tutto bene.
