Sarmat – Music of ultimate destruction

ENGLISH VERSION BELOW: PLEASE, SCROLL DOWN!

Dalla Polonia arriva un’altra band interessante, i Sarmat hanno recentemente pubblicato l’album di debutto, “RS-28”, contenente otto brani esplosivi di black/death metal.

Benvenuto, Łukasz! Potresti presentare la tua band ai nostri lettori?
Ciao a te e ai lettori! I Sarmat vengono dalla Polonia, sono stati fondati nel 2018 da due chitarristi (Daniel “Hacel” Szymanowicz e Krzysztof “Kopyś” Kopczeński). La formazione completa si è stabilizzata nel 2021 (siamo cinque ragazzi che vivono in quattro diverse località nelle zone settentrionale e centrale della Polonia). Abbiamo da poco un disco all’attivo, l’album di debutto intitolato “RS-28” uscito nel 2021 in formato digitale e su CD (un’edizione standard con custodia limitata a 500 copie e un’edizione digipack limitata a 500 copie).

La Polonia è rinomata per la sua scena estrema, vi ha influenzato in qualche modo nella scelta di proporre blackned death metal?
Sì, è vero, abbiamo molte band che suonano musica metal estrema qui in Polonia. Ma i co-fondatori della band non sono stati influenzati dalla scena musicale metal polacca, suppongo. Non di più rispetto ad altre scene di altri paesi.

Qual è lo stato di salute della scena metal polacca oggi, soprattutto dopo la pandemia?
Ebbene, non mi spingerei così tanto a da poter parlare di una situazione “dopo la pandemia”. Siamo nel mezzo della quarta ondata. Mentre rispondo alle tue domande sono infetto: l’infezione da SARS Cov-2 è stata confermata questa settimana (l’ho presa nonostante fossi vaccinato, la mia situazione non è grave). Ma le persone si muovono come se avessimo già superato questa preoccupante pandemia. Al giorno d’oggi vengono suonati molti live, anche se alcune band stanno cancellando gli show a causa della positività dei musicisti. Penso che durerà ancora molto tempo prima di poter tornare una situazione normale o, quantomeno, regolare.

Il nome della band è stato ispirato da “The Weapon of Ultimate Destruction”, il missile balistico intercontinentale super pesante russo (ICBM) RS-28 Sarmat (noto anche come Satan 2): potremmo considerare i Sarmat una concept band sulla guerra?
È corretto quello che dici sulla fonte del nome della band, ma non siamo una concept band. La guerra è solo uno degli argomenti dei testi. Non mi sentirei a mio agio con un solo concept per la band.

Potresti presentare il vostro album di debutto, “RS-28”?
Sì, con piacere. L’album di debutto dei Sarmat, intitolato “RS-28”, dura quasi 34 minuti e si compone di 8 canzoni. Per me è un misto di death metal e black metal, ma il death metal è il nocciolo della nostra musica. Alcune melodie di chitarra potrebbero essere descritte come blackned, ma lo stile vocale è piuttosto death metal. Lavoriamo anche sul nostro suono affinché sia chiaro e forte, cosa non molto comune nel black metal. Per quanto riguarda l’uscita, l’album è stato rilasciato digitalmente tramite Bandcamp il 19 marzo 2021. L’uscita fisica (CD, edizione standard jewel case limitata a 500 copie) è arrivata il 31 maggio 2021. Poi la seconda uscita in CD (questa volta si tratta di un digipack, anch’esso limitato a 500 copie) il 30 novembre dello stesso anno. Stiamo ancora aspettando l’edizione in vinile (vinile nero 180 gr, limitato a 300 copie – ordinato mesi fa e ancora non prodotto). Stiamo cercando di semplificare la vita ai fan offrendo la versione fisica in tutti i paesi possibili. Ci sto lavorando da solo, entrando in contatto con etichette, distributori di tutto il mondo per fare scambi o vendere CD all’ingrosso. Siamo presenti con i nostri CD in Russia, USA, Messico, Malesia, Brasile, Turchia e altri ancora. Presto i CD saranno disponibili in Giappone, Indonesia e Perù. Penso sia una buona idea. Il nostro album “RS-28” su CD (edizione standard jewel case) è disponibile in Italia tramite la End Of Silence Records. Le persone del tuo paese che desiderano acquistarlo possono farlo a un prezzo conveniente: non devono pagare costi di spedizione aggiuntivi.

In cosa consiste il vostro processo di scrittura delle canzoni?
Daniel Szymanowicz ha composto l’intera musica per l’album di debutto. Ha creato anche la maggior parte degli arrangiamenti, anche le parti di batteria (solo gli arrangiamenti vocali sono stati fatti da me). I chitarristi hanno tentato di dividersi il lavoro per il nuovo album, ma le cose sono rimaste le stesse di prima. Daniel è anche l’autore delle nuove composizioni. È un ragazzo molto creativo e passa un sacco di ore al giorno a comporre, arrangiare e scrivere musica. Il processo è sempre abbastanza simile. Noi (membri della band) riceviamo le nuove canzoni e prima ancora di controllarle, c’è già una nuova versione riveduta nelle nostre caselle di posta elettronica. Personalmente inizio ogni volta il mio ascolto dalla terza versione, non prima, ah, ah!

Dove e in quali condizioni è stato registrato il nuovo album? Chi si è occupato del suono, della produzione e del mastering?
È una lunga storia. L’album è stato registrato parzialmente in casa. Le parti di chitarra e di basso, e le stesse VST, sono state registrate da Daniel a casa sua. La cosa interessante è che dopo aver registrato tutte le parti di chitarra per la prima volta non era contento. Ha deciso di gettare le registrazioni nel cestino e di rifarle. Così ha sprecato la maggior parte del suo congedo dal lavoro per la prima sessione di registrazione domestica. Quindi è stato necessario un finto periodo di assenza per malattia per fare la seconda sessione, ah, ah! Le parti di batteria sono state fatte da Krzysztof Klingbein (noto per le sue esibizioni dal vivo con i Vader e il suo lavoro con i Batushka, e anche per molti lavori come session per molte band di tutto il mondo). Ha fatto le registrazioni nella sua sala prove a Słupsk, in Polonia (anche il chitarrista Daniel Szymanowicz vive in quella città). Poi le parti vocali. Sono stati registrati da me all’Invent Sound Studio di Bydgoszcz, in Polonia. L’ingegnere del suono è stato Szymon Grodzki (conosciuto per GNIDA, Sammath Naur). Ho cantato i testi scritti da un amico della nostra band. Il missaggio e il mastering dell’album sono stati eseguiti dal mago, Arkadiusz “Malta” Malczewski (noto per il suo lavoro come ingegnere in studio e fonico dal vivo per i Behemoth e altre tante band) nel suo Santa Studio a Varsavia, in Polonia. Non ricordo il numero esatto delle versioni “the final mixing”… Quante ne sono state fatte? Sette, otto forse, suppongo. Il punto è che Malta è celebre per il suo suono black metal e le sue precedenti versioni di mixaggio erano lunatiche, ma non avevano abbastanza forza per noi. Quindi stavamo cercando di raggiungere il giusto livello di aggressività correggendo il suo mixaggio. La versione finale è molto buona secondo noi.

Quali obiettivi vorresti raggiungere con questo album?
Beh, io sono realista. Non saremo mai una band che lavora professionalmente e che guadagna soldi con la propria musica, è ovvio. Ma vorrei che il nome e il marchio Sarmat fossero conosciuti nel mondo. Non credo che tutti i metallari del pianeta terra ascolteranno e apprezzeranno la nostra musica, ma se molti venissero a sapere della banda Sarmat e scoprissero il collegamento tra essa e un’arma di distruzione di massa, sarebbe bello. Se la risposta alla domanda “Conosci i Sarmat dalla Polonia?” fosse “Sono forse quei ragazzi che suonano death/black metal e parlano di missili balistici?”, sarebbe fantastico! E vorrei che Sarmat fosse un marchio di qualità in ogni aspetto della propria attività. A partire dalla musica, il suono, passando per l’intensità dal vivo e per la qualità delle nostre uscite, non importa se saranno rilasciate da noi stessi o da una qualsiasi casa discografica.

E i vostri progetti per il futuro?
Abbiamo la maggior parte del materiale per il nuovo album composto. Entro la fine di questo mese sarò in uno studio di registrazione (di nuovo l’Invent Sound Studio di Bydgoszcz, in Polonia) per registrare una parte delle parti vocali come pre-produzione per il nuovo album. Questo ci aiuterà a controllare le disposizioni e modificarle se sarà necessario farlo. Intendo le parti vocali e le parti di batteria (inizialmente programmate), perché le composizioni non sono finite e “chiuse” se così posso descriverle. Dopodiché inizieremo a lavorare con il batterista per impostare le parti di batteria corrette per le tracce. E stiamo ancora aspettando che venga prodotta l’edizione in vinile del nostro album di debutto. Questo è un grosso problema, perché non conosco molte band che hanno pubblicato la loro musica in questo formato fisico da sole. Autoprodotto in due edizioni in CD e uno in vinile – penso che valga la pena dirlo. Ci sono alcune discorsi in ballo con i distributori (l’elenco sta crescendo). E suonare dal vivo è una cosa importante per noi. Non abbiamo avuto molte occasioni di suonare dal vivo, quindi ci lavoreremo. Grazie mille per questa intervista! Spero che le mie risposte siano piaciute e che il lettore non si sia addormentato, ah, ah! Sentitevi liberi di contattarmi se volete. Ecco l’indirizzo email della band: sarmatdeath@gmail.com I wish health to You all!!! See You somewhere, sometime…

From Poland comes yet another interesting band, Sarmat recently released the debut album, “RS-28”, containing eight blasting tracks of black / death metal.

Welcome, Łukasz! Could you introduce your band to our readers?
Hello to You and The Reader! The Sarmat band comes from Poland, it was founded in 2018 by two guitarists (Daniel “Hacel” Szymanowicz and Krzysztof “Kopyś” Kopczeński). The full line-up was established in 2021 (we are five guys living in four different locations in the northern and the middle area of Poland). We have one record already, which is the debut full-length album entitled “RS-28” released in 2021 in digital format and on CD (a standard jewel case edition limited to 500 copies and a digipack edition limited to 500 copies as well).

Poland is renowned for its extreme scene globally, has there been any influence on you in starting a blackened death metal band?
Yes, it’s true – we have a lot of bands playing extreme styles of metal music here in Poland. But the band’s co-founders weren’t influenced by the Polish metal music scene I suppose. Not more than under the influence of the other countries’ scenes.

What is the state of health of the Polish metal scene today, especially after the pandemic?
Well, I wouldn’t go so far to describe the situation as “after the pandemic”. We are in the middle of the fourth wave. Responding to Your questions I am infected – the SARS Cov-2 infection was confirmed this week (I got it despite the fact that I was vaccinated; but my illness isn’t serious). But people are trying to act as if it was after this disturbing pandemic. Many live shows are being played nowadays, even if some of the bands are vanishing from the announcements due to infections of the musicians just days before the shows. But I think that a lot of time will have to last before we can function in a normal, common and regular way.

The band name is taken from “The Weapon of Ultimate Destruction”, the Russian super-heavy intercontinental ballistic missile (ICBM) RS-28 Sarmat (also known as Satan 2): could we consider Sarmat a concept band about war?
It’s correct when we are speaking about the band’s name idea, but we are not a concept band. War is only one of the topics of the lyrics. I wouldn’t feel comfortable with only one concept idea for a band.

Could you to introduce your debut album, “RS-28”?
Yes, with pleasure. The debut album of the Sarmat band entitled “RS-28” lasts for nearly 34 minutes and consists of 8 compositions. For me personally it is a mixture of death metal and black metal, but death metal is the core of the music. Some guitar melodies could be described as blackish, but the vocal style is rather death metal one. We also work on our sound to be clear and strong, which is not very common in black metal. As for releases, the album was released digitally via Bandcamp platform service on 19th March 2021. The physical release (CD, standard jewel case edition limited to 500 copies) came on 31th May 2021. Then the second CD issue (this time it was a digipack, limited to 500 copies as well) was on 30th November the same year. We are still waiting for the vinyl edition (180 gr black vinyl, limited to 300 copies – purchased months ago and still not manufactured). We are trying to make life easier for customers and offer the physical release in as many countries as we are able to. I am working on it by myself to get in touch with labels, distributors from around the world and do trades or sell CDs for wholesale. We are present with our CDs in Russia, USA, Mexico, Malaysia, Brazil, Turkey and more. Soon CDs will be available in Japan, Indonesia and Peru. I think it’s a good idea. Our “RS-28” album on CD (standard jewel case edition) is available in Italy through the End Of Silence Records. People from Your country who want to buy it may do it for a better price – they don’t have to pay extra shipping costs.


What is your process for songwriting?
Daniel Szymanowicz composed the whole music for the debut Sarmat band’s album. He created most of the arrangements as well, even drum parts (only vocal arrangements were done by me). The guitarists were trying to split the work for the new album between each other, but things stayed the same as earlier. Daniel is the creator of new compositions too.
He is a very creative guy and spends hours day by day on composing, arranging and changing music all the time. The process always looks similar. We (band members) get the new song and before we even check it the new, corrected version is on our email boxes. I personally begin my listening from the third version each time, not earlier, ha, ha!

Where and under what conditions were you recording the new album? Who was in charge of sound, production and mastering?
It’s a long story. The album was home recorded partially. The guitar parts and the bass guitar parts, the same as the VST instruments’ parts, were recorded by Daniel at his home. What’s interesting, after recording all the guitar parts for the first time he wasn’t content. He decided to throw the recordings to the trash bin and do them again. But… he wasted most of his leave from work for the first home recording session. So the fake sick leave was necessary for doing the second session, ha, ha! The drum recordings were a session job done by Krzysztof Klingbein (known for his live playing for Vader and previous work for Batushka, and plenty of session jobs for many bands from around the globe as well). He did the recordings in his rehearsal room in Słupsk, Poland (the guitarist, Daniel Szymanowicz also lives in that town). Then the vocal parts. They were recorded by me, Łukasz Kobusiński, at Invent Sound Studio in Bydgoszcz, Poland. The sound engineer for that recording was Szymon Grodzki (known from Gnida, Sammath Naur). I did the vocals for the lyrics written by a friend of our band. And the final engineering, mixing and mastering of the album. Done by the magician, Arkadiusz “Malta” Malczewski (known for his work as previous studio recording engineer and still live sound engineer for Behemoth and recordings for many bands) at his Santa Studio in Warszawa, Poland. I can’t remember the exact number of “the final mixing” versions… How many of them were made? Seven, eight maybe, I suppose. The point is that Malta is filled up with the black metal sound and his previous versions of mixing were moody, but had not enough power for us. So we were trying to achieve the proper level of aggression by correcting his mixing. The final version is very good in our opinion.

What goals would you like to achieve with this album?
Well, I am a realist. We won’t ever be a professionally working band earning money on our music, it’s obvious. But I would like the Sarmat band name and brand to be known in some places in the world. I am not wishing every metalhead on the planet earth to listen and like our music. But if some people knew about the Sarmat band and got the connection between it and a weapon of mass destruction it would be nice. If the answer to an asked question “Do You know the Sarmat band from Poland?” would be “Are they these guys playing death/black metal and spreading the information of ballistic missiles?”, it would be awesome! And I wish the Sarmat band to be a quality mark in every aspect of it’s activity. Beginning from the music, it’s sound, through the level of playing live and to the quality of our releases no matter if they will be released by ourselves or any record company.

What about your plans for the future?
We have most of the stuff for the new album composed. By the end of this month I will be in a recording studio (the Invent Sound Studio in Bydgoszcz, Poland again) to record a part of the vocal parts as a pre-production for the new album. That will help us to check the arrangements and modify them if there will be a need for doing that. I mean the vocal parts and the drum parts (initially programmed), because compositions are not finished and “closed” if I may to describe it that way. After that we will start to work with the drummer to set the proper drum parts for the tracks. And we are still waiting for the vinyl edition of our debut album to be manufactured. That’s a big deal, because I don’t know too many bands that have released their music in this physical format on their own. Self-released two CD editions and a vinyl one – I think it’s worth mentioning. There are some matters with distributors going on all the time (the list is growing). And playing live shows is an important thing for us. We haven’t had too many occasions to play live, so we are going to work on it. Thank You very much for this interview! I hope You liked my answers and The Reader hasn’t fallen asleep, ha, ha! Feel free to contact me if You want. Here is the band’s email address: Sarmatdeath@gmail.com I wish health to You all!!! See You somewhere, sometime…

Deathcvlt – Il culto della morte

Arrivano all’esordio i Deathcvlt di Xes, noto ai più per la sua militanza negli Infernal Angels. Il nuovo progetto, da poco fuori con un disco omonimo per la My Kingdom Music, si appresta ad essere un punto di riferimento per chi cerca quelle sonorità, a cavallo tra black e death, che hanno fatto la fortuna di band svedesi quali Necrophobic e Dissection.

Benvenuto Xes, cosa ti ha spinto a formare i Deathcvlt dopo tanti anni di militanza underground con i tuoi Infernal Angels?
Innanzitutto grazie a te Giuseppe, per averci dato spazio. La ragione per cui, insieme a Mauro Ulag, abbiamo deciso di intraprendere il percorso Deathcvlt è molto semplice. Io sono sempre stato un fanatico e fervente ammiratore del sound svedese, in tutte le sue forme. Dal black al death melodico. Sono moltissimi anni che oramai, anche fra i nomi storici, fatta qualche rara eccezione (Necrophobic e Hypocrisy su tutti), non sentivo più un disco che si rifacesse a quel sound, che mi desse le stesse emozioni di quando ascoltai per la prima volta band come: A Canorous Quintet, Eucharist, primi Dark Tranquillity, At The Gates pre reunion, Unleashed e via discorrendo. Per questo discussi con Mauro sulla possibilità di creare un progetto che si rifacesse a quel sound, se vogliamo una sorta di omaggio a quelle band che da ragazzino mi hanno fatto emozionare. Mauro ha accettato subito di buon grado e si è messo all’opera. Lui è un gran musicista e produttore e ho grande stima per lui, oltre ad essere legati da una genuina amicizia.

Quali aspetti della musica estrema puoi esplorare con i Deatchcvlt che con gli Infernal Angels ti erano preclusi?
Come detto sopra, i Deathcvlt sono una sorta di omaggio a quelle band svedesi che mi hanno formato musicalmente, insieme al black metal. Gli Infernal Angels sono una band black metal, anche se non disdegniamo sortite nel death metal più oscuro, come dimostrano Pestilentia e Ars Goetia, che sono album pieni di influenze death, però più est europee. Con Deathcvlt invece ci muoviamo su lidi che spaziano dal death melodico, al thrash, al black melodico sempre di stampo svedese, rivisitato con un’ottica attuale. Suonare, anche a livello di produzione, come “Skydancer” o “Mirrorwords”, risulterebbe anacronistico.

I Deathcvlt resteranno un progetto secondario rispetto agli Infernal Angels o al momento sono la tua massima priorità?
Sono creature ben distinte e a sé stanti, nessuna delle due interferisce con l’altra. Ora c’è da promuovere Deathcvlt, ma con gli Infernal non siamo fermi. A novembre uscirà la ristampa di “Pestilentia” per la BMC Productions. Così come per altri progetti in cui sono coinvolto, nessuno ostacola altri progetti, cerco sempre di fare dei programmi che mi permettano di dare la giusta attenzione a tutte le band in cui milito. E’ uscito un EPsempre per  la BMC Production, di una band in cui sono coinvolto dal nome Lamasthu e a breve entreremo in studio per un altro progetto black metal dal nome Intus Mortem, creato insieme al leader e fondatore degli Ad Omega. Come vedi mi tengo impegnato, anche perché a causa della pandemia, senza live, in qualche modo ho dovuto tenermi occupato.

Con quali criteri hai assemblato la nuova line-up?
Come detto, Mauro è un amico e siccome so che lui è un amante del death metal, in tutte le sue forme, oltre ad essere un gran musicista e produttore, mi è venuto naturale discuterne con lui su questa eventualità di mettere su i Deathcvlt. Per la batteria sono andato sul sicuro. Bestia è un batterista eccezionale, versatile e a cui puoi dare completamente carta bianca per gli arrangiamenti di batteria. Lui suona con gli Infernal da qualche anno e naturalmente, conoscendo le sue doti umane e tecniche, ho subito pensato a lui, che fortunatamente, anche avendo mille impegni con altre band, ha accettato con piacere. Il risultato lo potrete sentire sul disco.

Alcuni dei brani finiti su Deathcvlt inizialmente erano stati scritti per gli Infernal Angels?
Assolutamente no, come detto sono due creature ben distinte fra loro e poi la composizione di Deathcvlt è tutta frutto della mente “pessima” di Ulag.

Il vostro disco uscirà a metà ottobre, ma il primo singolo, “Dust Of Sacral Soul (Dark Mother Kali-Ma)”, gira su Youtube da un paio di mesi: come è stato accolto?
Devo dire molto bene. Noi da subito abbiamo puntato su “Dust…” come brano apripista del disco, perché racchiude tutte le caratteristiche del sound di Deathcvlt. Dal death stile At The Gates, a passaggi più black oriented alla Necrophobic e Dissection, fino a puntate nel thrash metal. Quindi lo abbiamo reputato perfetto come biglietto da visita.

“Dust Of Sacral Soul (Dark Mother Kali-Ma)”  e la successiva “The Sign Of Death (Malak Al-Mawlt)” sono gli unici due brani che hanno un sottotitolo: sono in qualche modo connessi tra di loro questi pezzi?
No, assolutamente non sono connesse. O, almeno, non sono sequenziali l’una con l’altra. L’album è incentrato sul culto della morte e della distruzione, e delle divinità ad esso connesse nelle varie culture e sottoculture della nostra società. La madre oscura, credo non abbia bisogno di “presentazioni”, anche per chi non ha familiarità con alcune tematiche, Kālimā è un’entità che ricorre spesso quando si affrontano determinati argomenti e sappiamo tutti che è legata al culto induista. Malak Al-Mawlt non è che altro il nome con cui viene chiamato nel mondo islamico Azrael. E’ considerato dalla cultura islamica come l’angelo che è incaricato da Allah di apportare la morte agli uomini. È responsabile della separazione dell’anima dal corpo e di lui parla il Corano alla sūra XXXII (La sura della prostrazione), versetto 11, che dice: “Vi farà morire l’Angelo della Morte, a voi preposto, poi al vostro Signore sarete ricondotti”

Immagino che questi due brani, più di altri, hanno una stretta connessione con la copertina, no?
Come avrai intuito dalla risposta precedente, solo “Dust…” è connesso alla copertina, anche se essendo una sorta di concept sulla morte e la distruzione fisica e la rinascita spirituale, Kali rappresenta perfettamente l’intero disco.

Una curiosità, come mai avete deciso di pubblicare il disco solo in formato vinile? E’ una scelta definitiva oppure in futuro è prevista la possibilità di un’edizione in CD?
E’ stata una idea di Francesco della My Kingdom, principalmente, che noi abbiamo accettato con entusiasmo. Crediamo fermamente che per  quest’album il miglior modo per essere ascoltato è su vinile. Perché come detto è un omaggio alla scuola svedese death/black degli anni novanta e il suono del vinile è la cosa migliore per far esprimere tutto il potenziale di questo disco. In futuro, forse, potrebbe uscire in cd, ma non è detto. E’ una decisione che pondereremo anche con la My Kingdom.

Altars of Rebellion – L’altare dei ribelli

Nati dalle ceneri dei Rebellion, a metà del 2007 nella città di Pasto, Colombia, gli Altars of Rebellion si sono dedicati a un profondo viaggio sonoro, raggiungendo traguardi insperati, unendo la crudezza del black metal tastieristico con il death metal tecnico, potendo contare oggi su di un prodigio senza precedenti alla batteria, come il maestro Marco Pitruzella (Six Feet Under, Rings of Saturn, Vital Remains). Gli Altars of Rebellion stanno attualmente per lanciare il loro quarto album, in questa intervista per Il Raglio del Mulo, il tastierista Fernando Kristos ha parlato della nuova produzione, di filosofia, pensieri, della collaborazione con il batterista di livello mondiale e dei due brani usciti a metà anno.

Benvenuto su Il Raglio Del Mulo, grazie mille per il tempo dedicatoci. Come sono nati gli Altars of Rebellion e come è stato scelto il nome della band?
Gli Altars of Rebellion nascano praticamente dai defunti Rebellion, con gli stessi membri ad eccezione del batterista Raul Riascos che per motivi personali decise di seguire altre direzioni musicali. Più propriamente potremmo dire che la band nasce nel 2007 grazie a David Y Francisco, con uno stile che definirei black metal melodico, che a poco a poco ha incorporando altri sottogeneri come il death metal, ottenendo già così un suono più definito che ci è servito come lettera di presentazione per far poter partecipare ai più importanti eventi metal a livello nazionale (Colombia) e far spesso visita al nostro paese fratello Ecuador. È così che siamo riusciti a consolidarci come band, anche se penso che ci sia sempre un percorso nuovo da esplorare nella musica, è abbastanza gratificante lavorare su nuove armonie, nuovi accordi, senza perdere di vista il metal, che è il motivo fondamentale per cui facciamo tutto questo. Il nome della band nasce da tre componenti: Lealtà – Convinzione – Determinazione. Altars Of Rebellion rappresenta l’essere umano che è riuscito a sconfiggere se stesso, che ha sconfitto i propri demoni e paradigmi, raggiungendo il punto più alto di trascendenza sui piani terreni e non.

La Colombia è un Paese che ha dato origine a gruppi leggendari in ambito estremo, credi che gli Altars of Rebellion abbiano le capacità per poter entrare a far parte di quel nugolo selezionato di gruppi colombiani? E come si è evoluta nel tempo la band?
Penso che ogni epoca abbia le sue band, è importante riconoscere gli inizi del metal nel nostro Paese ed è piuttosto emozionante guardare l’intera evoluzione che ha avuto il metal colombiano, quindi penso che se siamo sulla buona strada e chi ci sarà qualcosa di molto buono presto per la nostra band. Ma non è l’obiettivo che ci siamo prefissati, il nostro fine è vedere come la nostra musica raggiunge le persone che la ascoltano e vi si identificano. Le nostre canzoni sono state imparate? E i testi? Vedo spesso come le big band siano diventate la colonna sonora della vita di qualcuno e questo davvero trascende il tempo, è davvero qualcosa per cui non ti dimenticheranno mai. Sebbene sia piuttosto difficile da raggiungere come livello, credo che possa essere molto più soddisfacente per una band. La nostra è sempre un’opera in evoluzione sia musicalmente che nei testi. È importante capire che la musica è un linguaggio universale, quindi richiede un feedback costante, personalmente non sono una di quelle persone che è incatenata a un singolo genere musicale, perché trovo molti elementi interessanti in altri stili che di fatto posso incorporare nella mia musica. Quindi non posso dirvi che la nostra evoluzione è finita qui, piuttosto questo è un viaggio per il quale non siamo ancora arrivati ​​a destinazione.

Presentate uno stile di black-death metal tecnico con tastiere molto marcate in certi frangenti: come avete fatto a ottenere questa interessante mistura?
Negli anni ho spesso ascoltato band technical death metal con brevi passaggi di tastiera e ho pensato che questa combinazione sarebbe stata piuttosto interessante se le tastiere fossero state più presenti, ovviamente senza esagerare. Pensavo che questo mix doveva essere accompagnato da certi elementi melodici armonici e ritmici che rendono un brano piacevole da ascoltare e che permettono alla tastiera di dare maggiore risalto ad alcuni passaggi. Tutto ciò è complesso perché per ottenere questo tutti i componenti devono essere focalizzati in una direzione. Il risultato sarà ovviamente qualcosa di eccezionale, ecco perché ci siamo diretti verso questo stile di metal che ci permette di sfruttare le nostre capacità creative e ancor di più ci dà grande soddisfazione per il risultato ottenuto.

Com’è lavorare con un artista come Marco Pitruzella (Vital Remains, Six Feet Under e Rigns of Saturn) e che sensazione vi ha dato sapere che un batterista incredibile e rinomato ha accettato di collaborare alla creazione della vostra musica?
Penso che lavorare con musicisti come Marco Pitruzzella ci permetta di creare qualcosa senza limiti, con Marco puoi fare la musica che vuoi, ed è un grande vantaggio. La sua tecnicità, la sua capacità e resistenza fisica lo rendono una macchina. È un ottimo complemento per ciò che abbiamo sviluppato. Quindi posso solo dire che lavorare con lui è un grande successo per la nostra carriera e speriamo che si realizzino sempre più progetti con questo grande extreme drummer. Lascia una sensazione piuttosto shoccante sapere che la tua band sta dando una mano nel distruggere i fusti a un batterista tremendo hahaha

Oggigiorno, secondo te, internet e i social network stanno aiutando o rendono più difficile per una band far conoscere la propria proposta?Avere un’etichetta può aiutare ad emergere?
Penso che per ogni band funzioni in modo diverso, alcuni la prendono sul serio e redigono un piano con obiettivi raggiungibili e misurabili da dove comprendere in un lasso di tempo se la band sta o non sta ottenendo qualcosa. Ovviamente la globalizzazione su internet ha cambiato le regole su come ci si promuove, ma allo stesso tempo devi capire che così come la tua band suona bene, ne apparirà un’altra che suona meglio. Voglio dire che c’è molta più concorrenza, ed è una cosa buona, quello che ti aiuta ad emergere è come ti presenti e trasmetti il tuo ​​messaggio. Io spesso guardo le persone che interagiscono sui social della mia band e hanno uno stile particolare, sia vecchi amici che ci hanno sempre supportato, sia nuovi fan che hanno sentito qualcosa su YouTube. A quel tipo di persone presto molta attenzione e cerco di metterle sempre a conoscenza delle ultime novità del gruppo. Può essere abbastanza contraddittorio, ma il fatto che tu abbia 600 persone sulla tua pagina a cui piace la tua foto, non significa che tu abbia un seguito reale. Per questo motivo credo che, sebbene sia vero che la rete sia indispensabile e sia una grande evoluzione in materia promozionale, il momento in cui misuri veramente il tuo pubblico è quando vendi le magliette, il tuo CD e tutto il merchandising ai concerti. Là deduci se la band si autofinanzierà per molto tempo o meno.

Quanti album avete pubblicato al momento? E come vi sentite ad essere equiparati, se non considerati meglio, da alcuni portali metal estremi a riferimenti come Fleshgod Apocalypse, Septicflesh e Vesania?
Attualmente la band ha tre album album e un quarto in uscita molto presto. L’aver catturato le attenzioni di un pubblico eterogeneo da ogni parte del mondo, ci ha dato la possibilità di essere ascoltati in importanti programmi radiofonici in Sud America, Europa, Nord America, Centro America e persino in Africa. Penso che sia normale quando fai bene le cose, le band che ci hanno influenzato in questi anni restano per noi grandi riferimenti, per questo motivo ritengo che la musica non sia una competizione in cui è determinate chi è il migliore. Piuttosto è un mondo del quale apprezziamo ogni proposta e, come dicevo prima, ci nutriamo di gruppi come Septicflesh, Fleshgod Apocalypse e Vesania, ed è quello il punto a cui vogliamo arrivare, ma sempre con grande rispetto per i colleghi .

Due tracce del nuovo album “Capital Phase Of Karma” – “Flesh made Greed” e “Thirst For Your Throne” – sono disponibili su Youtube, entrambe con la partecipazione di Marco Pitruzzella alla batteria, come anticipazione del disco. Come mai avete deciso di rilasciare proprio quelle due canzoni? Di cosa parlano i testi? E quale è stato l’apporto di Marco?
Questo album è concept il cui tema centrale parla dei sette peccati capitali, “Flesh Made Greed” è riferita all’avarizia, mentre “Thirst for Your Throne” alla gola. Nelle due canzoni è contenuto ciò che identifica le caratteristiche di ogni peccato, e lo descrive con parti musicali oscure e veloci, perché i peccati agiscono così sul nostro comportamento: arrivano senza farsi sentire, ma quando li avvertiamo percepiamo la nostra natura umana, alla fine sono una parte di noi e della nostra evoluzione. Abbiamo bisogno di questi comportamenti perché sono intrinsechi alla crescita dell’essere. A queste canzoni Marco ha dato molta forza, un’esplosione schiacciante a velocità estreme, penso che funzionino perfettamente, quando abbiamo sentito il risultato finale non potevamo credere che ci fossimo spinti così lontano.

Come avviene il processo creativo all’interno degli Altars of Rebellion, cosa influenza le vostre idee che successivamente si materializzeranno in un suono così brutale?
Il processo creativo della band si basa sulle idee concepite sulla tastiera, ho qualche nozione di chitarra quindi suggerisco anche i riff delle canzoni da integrare successivamente; la sezione ritmica è più libera, sebbene sia la prima cosa che curo prima di passare alla melodia e poi all’armonia. Dopo di ciò invio a ciascuno la propria parte in modo che possano interpretarla secondo il proprio stile senza alterare la composizione stessa. Penso che l’influenza venga molto dalla musica classica Dvorak, Paganini, Wagner, Betthoven, Rachmaninoff, che insieme alle radici death metal tecnico raggiunge qualcosa di interessante. Ascolto molta musica metal recente e sono influenzato da band come Aborted, Shadow Of Intent, Dimmu Borgir, SepticFlesh, Emperor, Cattle Decapitation, Death, Inferi, Behemoth, Archspire, Fleshgod Apocalypse, Anaal Nathrakh, Born Of Osiris, Necrophagist, Decapitated, Obscura, Spawn Of Posession… potrei non finire ahahah.

Gli Altars of Rebellion provengonoi dalle foreste colombiane, vi siete mai guardati indietro per fare un bilancio su quanto realizzato in considerazione della vostra zona di origine, tendo presente i vantaggi e gli svantaggi?
Penso che sia molto soddisfacente, Pasto è una piccola città ma ospita musicisti incredibili, la scena qui è partita nel 96, era molto difficile procurarsi della musica, soprattutto metal straniero. A poco a poco la città ha sentito l’esigenza di luoghi dedicati al metal estremo, per questo motivo l’acquisizione di materiale è stata più facile. L’intero movimento metal ha fatto passi avanti e si è ingrandito sempre di più. La nascita di ottime band ha portato alla necessità di sale prova, oltre che di spazi per proiettare il metal di Pasto nel mondo. Siamo grati a ciascuna delle persone che hanno condiviso la nostra musica e che ha fatto in modo che la nostra presenza giungesse in luoghi dove prima non arrivavamo. Abbiamo ancora molta strada da fare, questo è solo l’inizio.

Quali sono i fattori che consideri necessari per poter lanciare gli Altars of Rebellion in Europa e nel resto del mondo?
Penso che questa pandemia e l’emergenza sanitaria hanno portato l’industria dell’intrattenimento in uno stato di torpore, abbiamo in programma di andare in Messico e solo ora stiamo riprendendo le trattative, ma la verità è che le prospettive sono piuttosto cupe e piene di incertezze. Ci auguriamo che le politiche attuate in ogni paese consentano a questo settore di riattivarsi e di poter farci calcare nuovamente i palchi. Per ora possiamo solo dire che la band non si è fermata, siamo ancora attivi nonostante le avversità, i festival online rappresentano un finestra non convenzionale per esporre la nostra musica e dobbiamo adattarci a questi cambiamenti. Siamo sicuri che torneremo presto.

Nacidos de las cenizas de la banda Rebellion, a mediados del 2007 en la ciudad de Pasto, Colombia, la banda se ha enmarcado en un profundo viaje sonoro, en el cual con el correr de los años han formado un golen imparable, uniendo la crudeza del black metal con teclados expresivos que marcan el sello personal de la banda y la union del tecnical Death metal de la mano de un monstruo sin precedentes en la bateria Hoy dia, como lo es el maestro Marco Pitruzella( six feet under, Rigns of Saturn, vital remains), Altars of Rebellion se encuentra a punto de lanzar su 4ta. Produccion, en esta entrevista para el Il Raglio del Mulo, el tecladista Fernando kristos nos estara hablando de la nueva produccion, filosofia, pensamientos y comentarios sobre la participacion de un baterista de nivel mundial en los 2 temas adelantos lanzados a mediados de inicio de año.

Bienvenidos al Il Raglio Del Mulo, muchas gracias por su tiempo para la entrevista chicos, como nace Altars of Rebellion? Y como decidieron el nombre de la banda?
Altars of Rebellion nace practicamente a partir de la extinta banda Rebellion, con lo mismos integrantes a excepcion del baterista Raul Riascos quien por motivos personales decidio seguir su camino en otras direcciones musicales, propiamente podriamos decir que la banda nacio en 2007 junto a David Y Francisco, con una tendencia y estilo mercado por el black metal melodico, que poco a poco ha logrado afianzarse incorporando otros subgeneros del metal como lo es el death metal, logrando ya un sonido definido esto nos ha servido como una carta de presentacion y mas aun nos ha valido para ser parte de importantes eventos de metal a nivel nacional (Colombia) y visitar frecuentemente el hermano pais de Ecuador. Es asi que hemos logrado consolidarnos como banda, aunque pienso que siempre hay un camino por explorar en la musica, es bastante gratificante trabajar nuevas armonias, nuevos acordes, eso si siempre direccionando todo al metal que es la razon fundamental por la que hacemos que todo tenga un sentido.
El nombre de la banda surge a partir de tres componentes:
Lealtad – Conviccion – Determinacion
Altars Of Rebellion representa al ser humano que ha logrado vencerse así mismo, a quien ha derrotado sus propios Demonios y paradigmas – confusiones y que se ha Convertido en aquello más alto en un punto De trascendencia en planos terrenales y no terrenales.

Al ser de un pais tan reconocido como colombia que ha dado agrupaciones legendarias en ciertos estilos del metal extremo, altars of rebellion tiene la idea firme de poder ser parte de ese grupo selecto del metal colombiano con su musica? Y como han encarado la evolucion de la banda ?
Creo que cada epoca tiene sus bandas, es importante reconocer los inicios del metal en nuestro pais y es bastante emotivo mirar todo el recorrido que ha tenido el metal colombiano, por lo que pienso que si estamos encaminados a ello sera algo muy bueno para la banda pero no es un objetivo que nos hemos trazado, nuestro objetivo realmente tiene que ver como llega nuestra musica a la gente que la escucha, acaso se identifican?? Acaso se aprenderian sus canciones?? Sus letras?, a menudo veo como bandas tan grandes se han convertido en la banda Sonora de la vida de alguien y eso realmente es trascender y vivir en el tiempo, realemente es algo por lo que jamas te olvidaran, por lo tanto llegar a eso, aunque es bastante complejo puede resultar ser bastante satisfactorio como banda.
Nuestra evolucion puede notarse en lo musical y lo Lirico y a eso voy; es importante entender que la musica es universal por lo tanto require retroalimentarse constantemente, en lo personal no soy de las personas que se encacilla con un solo genero musical pues encuentro bastantes elementos interesantes en otros estilos y que de hecho puedo incorporar a la banda. Por lo tanto no te podria decir que nuestra evolucion terminaria aqui, mas bien esto es un viaje al cual aun no hemos llegado a nuestro destino.

Manejan un estilo de tecnical black-death metal con teclados muy marcados en ciertos momentos como lograron esa fusion por demas interesante ?
Con los años.A menudo escuchaba bandas de Technical Death Metal con breves pasajes de teclados y pensaba que esa combinacion seria bastante interesante si los teclados tuvieran mas presencia, aunque de cierta manera sin que sature, por ello creo que hacer esta mezcla debe estar acompañado de ciertos elementos melodicos armonicos y ritmicos que formen un pieza agradable al escuchar y que sutilmente se sienta el trabajo del teclado con protagonismos en algunos pasajes, es complejo pues para ello todos los integrantes deben estar enfocados en una direccion hacia lo que quieren. El resultado sera algo grande desde luego, es por eso que nos hemos encaminado hacia ese estilo de hacer metal. Pues nos permite explotar nuestras capacidades creativas y mas aun genera una gran satisfaccion con el resultado.

Como ha sido poder trabajar con gente de afuera como por ejemplo marco pitruzella (Vital Remains, Six Feet Under, Rigns of Saturn) y que sensación deja en la banda que un increíble y reconocido baterista acepte ser parte de la música de ustedes al gustar de su brutal propuesta?
Creo que trabajar con musicos como Marco Pitruzzella nos permite crear algo sin limites, Con Marco se puede hacer la musica que tu quieras, y es un gran punto, su tecnisismo, su capacidad y Resistencia fisica hacen de el una maquina humana por decirlo asi y es una gran complemento para lo que nosotros venimos desarrollando. Por lo tanto solo podria decir que trabajar con el es un gran acierto en nuestra Carrera como banda y esperamos que se vengan mas proyectos y mas cosas junto a este gran Baterista Extremo. Deja una sensacion bastante emotiva saber que en tu banda esta destruyendo los tarros tremendo baterista jajaja

Hoy día en opinión de ustedes el internet, las plataformas, las redes sociales, han ayudado o han hecho mucho más difícil poder dar a conocer la propuesta de los artistas independientes? y poder conseguir un sello que apueste por la música de uno? ante la cantidad increíble de bandas que aparecen en el firmamento cada cierto tiempo.
Creo que cada banda trabaja diferente algunas se lo toman en serio y trazan un plan con objetivos alcanzables y medibles en donde se evidencia en el tiempo que la banda esta o no esta haciendo algo, desde luego la globalizacion en internet cambio las reglas sobre somo te promocionas pero a su vez debes entender que asi como tu banda suena bien aparecera otra que suena mejor me refiero a que hay mucha mas competencia y es asi y esta bien es acceptable, lo que cambia es como llegas y transmites el mensaje, a menudo miro las personas que interactuan en las redes sociales de la banda y tienen un estilo particular ya sean por gustos musicales, los viejos amigos que siempre han apoyado, o nuevos fans que escucharon algo en youtube y se reedireccionaron a las otras redes, a ese tipo de gente es a la que le presto mucha atencion y la cual trato de que esten pendientes de las ultimas noticias de la banda, puede resultar bastante contradictorio pero el hecho de que en tu pagina tengas 600 personas que te den like a tu foto no significa que tengas calidad de publico, por eso mismo creo que si bien es cierto la redes e internet son indispenables y son un gran evolucion en temas de promocion, el momento donde mides a tu publico es cuando adquiren tus camisetas Cd y todo merchandising, obviamente en los conciertos, aparte de apoyo real eso infiere que la banda se vuelta autosostenible a largo tiempo.

Cuantos discos actualmente ha sacado la banda y como se sienten escucharse hoy dia con esa fusión ya definida el cual están trabajando y ciertos portales de metal extremo han destacado como por demás interesante, han pensado de repente ya alcanzar o superar a referentes como fleshgod apocalypse septicflesh vesania?
Actualmente la banda tiene 3 discos y un 4to a salir muy pronto, es importante la cantidad de publico de diferentes caracteristicas y de diferentes lugares del mundo ha captado la banda, y nos ha dado pie a ser escuchados en importantes programas radiales a nivel de Suramerica, Europa, Norte America, Centro America e incluso en Africa.
Creo que es parte de hacer las cosas bien, siento que las bandas que nos han influenciado en todo este tiempo se mantienen como los grandes referentes que son, por eso mismo considero que la musica no es una competencia en donde buscamos llegar primero y se determina quien es el mejor, si no mas bien es un espacio donde apreciamos cada propuesta y como lo dije anteriormente, nos retroalimentamos, Bandas como Septicflesh – Fleshgod Apocalypse y Vesania, son ese referente al cual en algun momento queremos llegar pero con mucho respeto como colegas.

En youtube estan disponibles dos tracks pertenecientes al nuevo album “Capital Phase Of Karma”,” Flesh made Greed” y “Thirst For Your Throne” los dos con la participacion de Marco Pitruzzella en la bateria, ambos fueron los 2 adelantos del disco, porque se decidió lanzar esos 2 temas? de que hablan las letras?, y Como se sintieron cuando marco acepto grabar y darle una fuerza increíble a ambos adelantos.
Bueno este album es conceptual y su tema central habla de los 7 pecados capitales, los dos track corresponden Flesh Made Greed a la Avaricia y Thirst for your Throne a la Gula , en las dos canciones se encierra lo que cada pecado los identifica sus caracteristicas, y lo describe adentrandolo en la parte musical con partes oscuras y rapidas tal como los pecados actuan en nuestro proceder, llegan sin sentir, pero cuando los notamos percibimos que somos humanos y que necesitamos de estos pues son inherentes para la evolucion del ser.
Esta es una cancion a la que Marco le dio mucha fuerza, un blast beat muy aplastante y un gravity a velocidades extremas, creo que eso funciona perfectamente con la gula, asi mismo cuando escuchamos el resultado final no podiamos creer que llegaramos a tanto.

Como es el proceso creativo dentro de Altars of Rebellion, que influencia las ideas que luego se concretan en la brutal propuesta de la banda?
El proceso creativo de la banda parte de ideas plasmadas desde el teclado, ciertamente tengo alguna nocion de la guitarra por lo que Tambien sugiero los riffs de las canciones para luego complementar con el resto de la banda, la seccion ritmica si es mas libre, aunque es lo primero que hago para luego pasar a la melodia y luego a la armonia, luego envio a cada uno su parte para que logren plasmarlo de acuerdo a su estilo sin alterar la composicion en si. Creo que la influencia viene mucho de la musica clasica Dvorak, Paganini, Wagner, Betthoven, Rachmaninoff, que junto a influencias de technical death metal actual logra algo interesante. Escucho mucha musica metal actual tengo influencia de bandas como Aborted, Shadow Of Intent, Dimmu Borgir, SepticFlesh, Emperor, Cattle Decapitation, Death, Inferi, Behemoth, Archspire, Fleshgod Apocalypse, Anaal Nathrakh, Born Of Osiris, Necrophagist, Decapitated, Obscura, Spawn Of Posession tal vez no acabaria jajaja.

Altars of Rebellion al venir de la zona de pasto, Colombia, y con los años como se siente mirar en retrospectiva los inicios, la zona donde vienen(sabiendo las ventajas y desventajas de la zona para moverse hacia conciertos sala de ensayo estudio de grabacion) y hacer una comparación con el hoy dia de la banda y ya marcar un respeto mundial con la música que crean?
Woww vaya creo que ha sido muy satisfactorio, Pasto es una ciudad pequeña pero alberga musicos increibles, la escena por aca comenzo por alla en el 96 podria decirlo, era muy dificil conseguir musica mas aun metal extranjero, poco a poco la ciudad demando la presencia de lugares especialidados en metal extremo por ello ya se hacia mas facil la adquision de material, toda la cultura metalera hizo presencia y se hizo cada vez mas grande, esto incremento el nacimientos bandas con propuestas muy buenas, con la necesidad de sitios para ensayo, la misma necesidad fue creando escenarios para los que el metal en Pasto iba ser protagonista en el mundo, somos agradecidos con cada una de las personas a las que han compartido nuestra musica, y han hecho que nuestra presencia cubra espacios donde antes no llegabamos. Nos falta mucho este aun es el comienzo.

Cuales son los factores que ustedes consideran mas próximos a arreglar o definir para que altars of Rebellion ya pueda estar continuando en europa o otro país del mundo con lo que hacen? Y pise escenarios de festivales reconocidos.
Bueno, creo que esto de la pandemia y la emergencia sanitaria que ha traido consigo que la industria de espectaculos caiga en un letargo, es una afectacion tremenda, tenenos planes para ir a Mexico y recien estamos retomando conversaciones pera que eso se pueda dar pero la verdad es que el panorama es bastante desolador y lleno de incertidumbre. Esperamos que las politicas que se implementen en cada pais permitan que se reactive este sector y podamos compartir en escenarios en vivo nuevamente, por ahora solo Podemos decir que la banda no ha parado seguimos activos a pesar de las adversidades, los festivales en linea representan una ventana poco convencional a exponer nuetra musica pero hay que adaptarnos a estos cambios. Estamos Seguro que pronto volveremos.

Muy honrados por la entrevista!! Muchas gracias por la invitacion, un saludo para todos los lectores de Il Raglio Del Mulo, y a toda la escena de metal en Italia!!

Vitam et Mortem – Il fiume della morte

Il black metal è nato da un forte sentimento di rifiuto e di chiusura. Però nel tempo ha mostrato sempre più una forte propensione all’apertura, alla contaminazione, che paradossalmente l’ha reso una sorta di spugna capace di assorbire ogni forma di disagio. Così può capitare di incrociare un gruppo come i colombiani Vitame et Mortem che nei loro testi approfondiscono aspetti legati a un male più terreno, come quello che ha falcidiato la loro terra per decenni. Ed è proprio di questo che parla il nuovo album, “El Río De La Muerte” (Satanath).

Ciao Julian, potresti presentare la tua band ai nostri lettori, magari non particolarmente avvezzi alla scena sudamericana?
Ciao amici a Il Raglio del Mulo, i Vitam et Mortem sono una band colombiana di blackened death nata nel 2002 a El Carmen de Viboral, una città nella regione orientale del dipartimento di Antioquia, dove in passato sono stati sorti gruppi metal estremi come Parabellum, Reencarnación e Masacre. I
V.E.M. sono in attività da diciotto anni con un lavoro ininterrotto e abbiamo pubblicato sei album che sono stati distribuiti in Colombia e in Europa. La nostra attività ci ha garantito un posto importante nella scena estrema in Colombia.

Il vostro è un ottimo mix di death e black dalle tinte teatrali, come siete arrivati al suono odienro?
All’inizio la nostra musica era black metal etnico (una formazione metal standard più strumenti preispanici), ma anno dopo anno il nostro suond è diventato sempre più pesante; per noi suonare e cantare death metal è poi risultato facile, naturale, organico, quindi questo suono è diventato la base della nostra musica, ma con molte influenze di black metal, musica rituale, musica etnica ed elementi sinfonici.

Avete scelto un nome in latino, cosa che in qualche modo crea un legame lontano con il mio Paese: ti piace la scena estrema italiana?
Sì, “Vitam et Mortem” potrebbe essere tradotto come “Vita nella morte”, la morte è l’argomento fondamentale nel nostro concept. Essendo un compositore e un cantante, sono fan della musica italiana in generale, adoro i vostri compositori del passato come Verdi, Puccini, Rossini e molti altri; ci sono molte buone band metal italiane che ho ascoltato come Graveworm, Stormlord, Evol, Fleshgod Apocalypse, Opera IX.

Pur non parlando lo spagnolo, o forse proprio per questo, ho sempre subito una certa fascinazione per questa lingua in ambito estremo. La trovo selvaggia ed evocativa. Quando mi capita alle band italiane che cantano in italiano di chiedere quali difficoltà tecniche questa scelta comporti, tutti mi confermano che per motivi di metrica l’inglese è più agevole. Vale la stessa cosa anche per la tua lingua madre?
La musica metal è stata tradizionalmente cantata in inglese, ma per noi è molto importante esprimerci nella nostra lingua madre perché trattiamo temi legati alle nostre antiche radici culturali e alla guerra che ha tenuto in ostaggio la Colombia per 60 anni. Cantare nella nostra lingua madre ora è diventato più facile per me, ma la cosa più importante è che mi permette esplorare forme poetiche, forme ritmiche ed estetiche che l’inglese non ha. La lingua era ed è tuttora anche un modo per mostrare il proprio dominio su altre culture, per questo motivo è molto importante che tutte le culture del mondo possano esprimersi in modo differente e rimanere autentiche e diverse.

“El río de la muerte” è il vostro ultimo lavoro, ti va di parlarcene?
“El río de la muerte” è il nostro sesto CD, è stato mixato e masterizzato da Jari Lindholm a Stoccolma, mentre Gustavo Adolfo Valderrama ha ricoperto il ruolo di produttore esecutivo a Vancouver. L’album è stato pubblicato dall’etichetta russa Satanath Records e dall’ecuadoregna Exhumed Records.

Mi pare di capire che si tratti di un concept album…
Esatto, si basa su l’analogia tra il fiume Magdalena, durante il periodo di massima violenza colombiana, e il fiume Acheronte della mitologia greca. Il viaggio dei morti nell’Ade è anche il viaggio dei cadaveri senza nome messi a tacere dai gruppi armati illegali e dalle forze militari statali che li condannarono a perire sul fiume Magdalena. Caronte, il traghettatore che trasporta i morti nell’Ade, rappresenta anche i pescatori eli Magdalena che si ritrovano nelle loro reti pesci e corpi dei defunti che abitano nelle profondità del fiume più importante e spaventoso della Colombia.

Di solito il black metal viene utilizzato per scrivere elegie di Satana e del male, voi siete un’eccezione perché invece trattate un tema storico dalla forte valenza sociale. Credi che i Vitam et Mortem in questo senso possano essere considerati una band politicizzata?
Vitam et Mortem sono una band immersa nel proprio contesto storico e nel presente: in questo nuovo album abbiamo parlato di una vecchia guerra che rimane una ferita sanguinante per il nostro Paese: si tratta di migliaia di morti, misere vittime. Noi parliamo per conto di coloro che sono stati messi a tacere dai proiettili dei gruppi paramilitari, dalla guerriglia e dalle forze militari nazionali. Una stima conta almeno 261.619 vittime tra il 1958 e il 2018. 214.584 di queste erano civili, 46.675 combattenti e ci sono ancora 360 morti non riconosciuti. Le uccisioni mirate sono gli atti di violenza più ricorrenti e sono stati compiuti da gruppi paramilitari, guerriglieri e forze militari nazionali. C’è un mucchio di 177.719 cadaveri causati da gruppi paramilitari (94.57), guerriglieri (36.682), forze militari nazionali (9.837). Noi Vitam et Mortem non parliamo di politica, parliamo di morte.

Ricordo il rapimento da parte delle FARC di Ingrid Betancourt nel 2002,se ne fece un gran parlare anche da noi, ora è migliorata la situazione nel tuo Paese?
La guerra in Colombia è cambiata ma rimane. Le FARC sono smobilitate, ma ci sono molti altri gruppi armati; il traffico di droga è la causa principale dell guerriglia in Colombia e va dalla giungla al Congresso della Repubblica: la droga è la nostre piaga.

Ho letto di alcuni metalhead uccisi dai narcos nel 90, è ancora pericoloso andare ai concerti metal in Colombia?
Non ne ho mai sentito parlare, la Colombia oggi è molto diversa dagli anni ’90, c’è ancora una guerra civile, ma è in luoghi strategici per il trasporto di cocaina, ma le città sono tranquille e ci si può godere un concerto senza pericolo.