Deathcvlt – Il culto della morte

Arrivano all’esordio i Deathcvlt di Xes, noto ai più per la sua militanza negli Infernal Angels. Il nuovo progetto, da poco fuori con un disco omonimo per la My Kingdom Music, si appresta ad essere un punto di riferimento per chi cerca quelle sonorità, a cavallo tra black e death, che hanno fatto la fortuna di band svedesi quali Necrophobic e Dissection.

Benvenuto Xes, cosa ti ha spinto a formare i Deathcvlt dopo tanti anni di militanza underground con i tuoi Infernal Angels?
Innanzitutto grazie a te Giuseppe, per averci dato spazio. La ragione per cui, insieme a Mauro Ulag, abbiamo deciso di intraprendere il percorso Deathcvlt è molto semplice. Io sono sempre stato un fanatico e fervente ammiratore del sound svedese, in tutte le sue forme. Dal black al death melodico. Sono moltissimi anni che oramai, anche fra i nomi storici, fatta qualche rara eccezione (Necrophobic e Hypocrisy su tutti), non sentivo più un disco che si rifacesse a quel sound, che mi desse le stesse emozioni di quando ascoltai per la prima volta band come: A Canorous Quintet, Eucharist, primi Dark Tranquillity, At The Gates pre reunion, Unleashed e via discorrendo. Per questo discussi con Mauro sulla possibilità di creare un progetto che si rifacesse a quel sound, se vogliamo una sorta di omaggio a quelle band che da ragazzino mi hanno fatto emozionare. Mauro ha accettato subito di buon grado e si è messo all’opera. Lui è un gran musicista e produttore e ho grande stima per lui, oltre ad essere legati da una genuina amicizia.

Quali aspetti della musica estrema puoi esplorare con i Deatchcvlt che con gli Infernal Angels ti erano preclusi?
Come detto sopra, i Deathcvlt sono una sorta di omaggio a quelle band svedesi che mi hanno formato musicalmente, insieme al black metal. Gli Infernal Angels sono una band black metal, anche se non disdegniamo sortite nel death metal più oscuro, come dimostrano Pestilentia e Ars Goetia, che sono album pieni di influenze death, però più est europee. Con Deathcvlt invece ci muoviamo su lidi che spaziano dal death melodico, al thrash, al black melodico sempre di stampo svedese, rivisitato con un’ottica attuale. Suonare, anche a livello di produzione, come “Skydancer” o “Mirrorwords”, risulterebbe anacronistico.

I Deathcvlt resteranno un progetto secondario rispetto agli Infernal Angels o al momento sono la tua massima priorità?
Sono creature ben distinte e a sé stanti, nessuna delle due interferisce con l’altra. Ora c’è da promuovere Deathcvlt, ma con gli Infernal non siamo fermi. A novembre uscirà la ristampa di “Pestilentia” per la BMC Productions. Così come per altri progetti in cui sono coinvolto, nessuno ostacola altri progetti, cerco sempre di fare dei programmi che mi permettano di dare la giusta attenzione a tutte le band in cui milito. E’ uscito un EPsempre per  la BMC Production, di una band in cui sono coinvolto dal nome Lamasthu e a breve entreremo in studio per un altro progetto black metal dal nome Intus Mortem, creato insieme al leader e fondatore degli Ad Omega. Come vedi mi tengo impegnato, anche perché a causa della pandemia, senza live, in qualche modo ho dovuto tenermi occupato.

Con quali criteri hai assemblato la nuova line-up?
Come detto, Mauro è un amico e siccome so che lui è un amante del death metal, in tutte le sue forme, oltre ad essere un gran musicista e produttore, mi è venuto naturale discuterne con lui su questa eventualità di mettere su i Deathcvlt. Per la batteria sono andato sul sicuro. Bestia è un batterista eccezionale, versatile e a cui puoi dare completamente carta bianca per gli arrangiamenti di batteria. Lui suona con gli Infernal da qualche anno e naturalmente, conoscendo le sue doti umane e tecniche, ho subito pensato a lui, che fortunatamente, anche avendo mille impegni con altre band, ha accettato con piacere. Il risultato lo potrete sentire sul disco.

Alcuni dei brani finiti su Deathcvlt inizialmente erano stati scritti per gli Infernal Angels?
Assolutamente no, come detto sono due creature ben distinte fra loro e poi la composizione di Deathcvlt è tutta frutto della mente “pessima” di Ulag.

Il vostro disco uscirà a metà ottobre, ma il primo singolo, “Dust Of Sacral Soul (Dark Mother Kali-Ma)”, gira su Youtube da un paio di mesi: come è stato accolto?
Devo dire molto bene. Noi da subito abbiamo puntato su “Dust…” come brano apripista del disco, perché racchiude tutte le caratteristiche del sound di Deathcvlt. Dal death stile At The Gates, a passaggi più black oriented alla Necrophobic e Dissection, fino a puntate nel thrash metal. Quindi lo abbiamo reputato perfetto come biglietto da visita.

“Dust Of Sacral Soul (Dark Mother Kali-Ma)”  e la successiva “The Sign Of Death (Malak Al-Mawlt)” sono gli unici due brani che hanno un sottotitolo: sono in qualche modo connessi tra di loro questi pezzi?
No, assolutamente non sono connesse. O, almeno, non sono sequenziali l’una con l’altra. L’album è incentrato sul culto della morte e della distruzione, e delle divinità ad esso connesse nelle varie culture e sottoculture della nostra società. La madre oscura, credo non abbia bisogno di “presentazioni”, anche per chi non ha familiarità con alcune tematiche, Kālimā è un’entità che ricorre spesso quando si affrontano determinati argomenti e sappiamo tutti che è legata al culto induista. Malak Al-Mawlt non è che altro il nome con cui viene chiamato nel mondo islamico Azrael. E’ considerato dalla cultura islamica come l’angelo che è incaricato da Allah di apportare la morte agli uomini. È responsabile della separazione dell’anima dal corpo e di lui parla il Corano alla sūra XXXII (La sura della prostrazione), versetto 11, che dice: “Vi farà morire l’Angelo della Morte, a voi preposto, poi al vostro Signore sarete ricondotti”

Immagino che questi due brani, più di altri, hanno una stretta connessione con la copertina, no?
Come avrai intuito dalla risposta precedente, solo “Dust…” è connesso alla copertina, anche se essendo una sorta di concept sulla morte e la distruzione fisica e la rinascita spirituale, Kali rappresenta perfettamente l’intero disco.

Una curiosità, come mai avete deciso di pubblicare il disco solo in formato vinile? E’ una scelta definitiva oppure in futuro è prevista la possibilità di un’edizione in CD?
E’ stata una idea di Francesco della My Kingdom, principalmente, che noi abbiamo accettato con entusiasmo. Crediamo fermamente che per  quest’album il miglior modo per essere ascoltato è su vinile. Perché come detto è un omaggio alla scuola svedese death/black degli anni novanta e il suono del vinile è la cosa migliore per far esprimere tutto il potenziale di questo disco. In futuro, forse, potrebbe uscire in cd, ma non è detto. E’ una decisione che pondereremo anche con la My Kingdom.

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