Nove anni non sono pochi, molte band dopo una pausa del genere, avrebbero lanciato la spugna. Hugo Ballisai ci ha raccontato come i suoi L’Alba di Morrigan, nonostante diverse vicissitudini, non hanno abbiano mai avuto dubbi, al momento giusto il secondo capitolo della saga sarebbe giunto. Ora che “I’m Gold, I’m God” (My Kingdom Music) è fuori, possiamo affermare l’attesa non è stata vana…
Benvenuto Hugo, cosa vi sorprende di più, essere di nuovo fuori dopo nove anni o aver dovuto aspettare nove anni per dare un erede a “The Essence Remains”?
Ciao a tutta la redazione da parte mia e da parte di tutti i membri de L’Alba di Morrigan. Nessuna delle due cose: sapevo che prima o poi avremmo concluso l’album. Abbiamo avuto diversi accadimenti che ci hanno obbligato per forza di cose a dilatare i tempi. Certo nessuno si aspettava così tanto tempo ma così è stato.
Quando vi siete messi a lavoro sui nuovi brani avevate in mente quanto fatto in precedenza o, data la lunga pausa, siete ripartiti da zero?
Questa è una domanda interessante. Ti potrei dire per esempio che “The Chant Of The Universe” ha dodici pre-produzioni differenti, e sino a qualche mese prima dell’uscita dell’album si intitolava “Koh Lipe”. Vale anche per tutti gli altri brani, ci sono tantissime versioni che abbiamo cestinato. Insomma non ci siamo accontentati e fino alla fine abbiamo cercato di ottenere da ogni singolo brano il meglio possibile in ogni suo minimo dettaglio.
Vi considerate ancora, se mai lo avete fatto, un band metal o l’etichetta vi sta stretta?
Io amo la musica metal la ascolto ad oggi e da quando sono bambino, ho avuto la fortuna di avere mio fratello Giampiero che sin da tenerissima età mi ha fatto ascoltare ottima musica. Ciò non toglie che talvolta soprattutto nello scorso album le nostre sonorità erano oggettivamente più “morbide” anche in questo album abbiamo portato un po’ di melodia nonostante la scelta di suoni più forti e un’interpretazione assai diversa rispetto alle linee vocali. Assolutamente non ci sta stretta come definizione, chi più chi meno nella nuova line-up siamo tutti ascoltatori assidui del genere, io in primis.
Mentre come è cambiata la scena musicale in questi nove anni?
Se intendi musica a 360° e in tutti i generi, ha seguito il trend degli ultimi anni. Si è impoverita ulteriormente di contenuti soprattutto per quello che riguarda gli aspetti musicali. Ascoltare la radio personalmente mi riesce impossibile c’è tantissima, troppa monnezza musicale confezionata e impacchettata ad hoc. I talent show personalmente li disapprovo completamente e il mondo musicale ha preso questa direzione. Se parliamo prettamente nel genere metal non mi metto ad elencare ma a mio parere sono usciti tantissimi capolavori per fortuna.
Riflettevo, il vostro primo disco è uscito nel 2012, il secondo nel 2021: praticamente una permutazione delle stesse cifre. Ha un qualcosa di incantato anche per voi, oppure sono io che mi sono lasciato suggestionare troppo dalla magia della vostra musica?
Certamente per il sottoscritto ha più che qualcosa di incantato se non fossi diventato padre di due bellissime bimbe (Blue e Isabel le mie piccole principesse) molto probabilmente sarebbe uscito qualche annetto prima (aahaahah), ringrazio di avere avuto questo regalo che mi ha completato come uomo ma che sicuramente non ha permesso di fare uscire come da programma evidentemente questo era il giusto percorso, quantomeno a me piace pensare così. Non credo al fato sono estremamente felice del percorso personale e musicale, talvolta una sana pausa può evolvere in positivo e penso sia questo il caso. Non vi è stata nessuna scelta premeditata sulla data di uscita, piuttosto abbiamo ulteriormente deciso di registrare nuovamente la maggior parte delle tracce dalla fine del 2020. Esiste un filo conduttore tra la prima uscita alle idi di marzo e “I’m Gold, I’m God”, in principio d’estate. Poi che siano nove anni di separazione e travaglio penso sia alquanto simbolico, d’altronde il numero nove ha il suo perché.
Rimaniamo in ambito magico, il titolo è ermetico e molto evocativo. Cosa significa realmente “I’m Gold, I’m God”?
L’album è avvolto da un filo conduttore, non è casuale la allusione all’oro per una serie di motivi correlati al Satya Yuga, inoltre Oro in italiano in inglese Gold, altra accezione per Horus che simbolicamente è correlato al metallo più prezioso a livello alchemico. E poi una visione introspettiva che riguarda tutte le forme esistenti nel multiverso della materia e dell’antimateria dello spazio tempo. È un elogio all’esistenza e al nulla. Sii Divino comportati come tale poiché questo sei, questo siamo semplicemente devi/dobbiamo ancora prenderne coscienza, elevati sii grato e sorridi. È un inno al tutto all’esistenza ai pianeti alle pietre al mondo astrale ed eterico per cui vale per tutto ciò che è attinente al mondo delle forme: Io sono Oro, Io sono Dio!
L’aver messo “I’m Lucifer” e “I Am Gold, I Am God” una dopo l’altra nella tracklist ha un valore simbolico?
La tracklist è pensata e voluta in questo modo, per cui non vi è casualità. Ma è un album di riflessione che prende diversi punti di vista, differenti spunti di teologia, fisica dei quanti, amore e odio, umano e divino, per cui non esiste casualità. Non è assolutamente un elogio a Lucifero. Tuttavia ho semplicemente provato a pensare: se io fossi Lucifero che opinione avrei dell’umanità e di cosa è stato riportato su di me dalle sacre scritture? Ne esce fuori una sorta di “outing”. Ed effettivamente seguendo la lirica si evincono abbastanza chiaramente i suoi/miei punti di vista rispetto agli accadimenti riportati dalle sacre scritture e i suoi sentimenti nei confronti dell’umanità, della sua Nemesi e di se stesso.
Il disco termina con “Morrigan’s Dawn”, canzone che riprende il vostro nome ma che può essere intesa, posta in quella posizione, come la volontà di sancire che il disco è finito ma che comunque ci troviamo all’alba, all’inizio, magari di una nuova fase della vostra carriera. Ennesima sega mentale mia oppure ci avete pensato anche voi?
È una ninna nanna molto melodica ma abbastanza malvagia e cupa alla prima interpretazione, in realtà porta un messaggio estremamente potente e positivo. Si riferisce “alla vita e alla morte” di un sogno di consapevolezza. Dove in uno sdoppiamento astrale, raggiungi la conoscenza assoluta più e più notti nel corso della tua vita per poi dissolvere il tutto al proprio risveglio, nel mondo della materia.
In passato, vi siete tolti delle belle soddisfazioni dal vivo. Alla luce della lenta ripresa del settore concertistico, quali sono le vostre aspettative?
Ci siamo divertiti molto, abbiamo girato tanti posti in Italia e in Europa, abbiamo condiviso il palco
con tantissimi artisti alcuni dai nomi altisonanti e altri di nicchia e hanno tutti contribuito a farci
vivere delle esperienze uniche. Chi non ha voglia di salire su un palco e sentire i decibel, il calore delle persone? Penso (e spero di sbagliarmi) che le cose non saranno di rapida ripresa. Ma quando sarà possibile allora ci correremo sopra al palco, ci puoi scommettere!
